Marocco
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Lampi di luce


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testo: Gianpiero Imarisio
foto: Gianpiero Imarisio, djemme.com, Patrizia Caccia

...toltasi la corona, disse Macbeth:
Rimanete, incompiute parlatrici,
e ditemi... per ciò che professate,
a quanto sto per chieder rispondete.....
Dove son più...Sparite?...Ch’io lo sappia!



dicembre 2011


Allora: adesso sento che fastidiose concause di insoddisfazione mi opprimono. Qualcosa non quadra, adesso. Viceversa allora tutto era quadrato al meglio.


Però avevo promesso ai compagni di viaggio che avrei assemblato gli spezzoni del mio filmato, e invece ci si stanno frapponendo mille inconvenienti di varia natura; avevo calcolato di godermi a mente per qualche settimana il ricordo dell’escursione marocchina, per poi rigodermelo da me stesso rielaborato in una narrazione nero su bianco, e invece ora la memoria mi fa cilecca su una grandissima parte di toponomastica; però a onor del vero concedendomi, e per fortuna largamente, lampi di luce, suoni e fragranze, quasi estraendoli dalle più remote profondità della coscienza. Insomma mi ero spontaneamente ripromesso di scrivere una piccola cronistoria del viaggio, e invece sì e no che riesco a partorire sprazzi di sensazioni che emergono da un ribollire di sentimenti personali. E inesprimibili, anche se (o proprio perchè) tutto era quadrato appunto al meglio. Comunque no, un racconto di viaggio non lo voglio proprio fare.

Sono fermamente convinto che se vai in Marocco con i soliti gruppi del ‘mordi e fuggi’ ritorni a casa col fondato sospetto di non aver realizzato nulla. Ma anche con la vacanza completamente ‘bymyself’ credo proprio che, asfissiato da mille problemi logistici, ti sei perso il meglio. Sì, va bene... capitali imperiali, festival della musica gnawa, la scappatina di un paio d’ore a qualche suk.
Ma il Marocco è tante, tantissime altre cose. Come dappertutto in Africa, è una esoticità che incomincia ad arderti dentro piano piano come una febbre, e in capo a tempi anche lunghi ti divora quasi senza che te ne accorga. Regarde-toi!... è un ineffabile brivido estetico, o meglio sensuale: ma, così come per ogni amore anche carnale, per provare l’estasi ti devi concedere senza riserve.

No, decisamente niente ‘mordi e fuggi’, e niente ‘fai da te’. Ci voleva un’agenzia che sapesse il fatto suo. Che intuisse i tuoi desideri profondi e li declinasse in tempo reale veicolandoti nei luoghi e nei tempi più consoni al loro soddisfacimento.

Un melting pot interessantissimo di storia, architettura, arte minore, gastronomia, religiosità, politica, sociologia, spiritualità; un melting pot passato quotidianamente attraverso il gradito ristoro del tajine o del couscous, e del tè speziato o almeno del tè alla menta a tutte le ore (e rigorosamente bollente) ben più frequentemente delle pur frequenti sollecitazioni alla preghiera che sonore ti giungono dal minareto più vicino al tuo riad; passato attraverso la visita guidata ai palmizi sofferenti della valle della Draa, alla diga presso Ourzazate che ristora i campi da golf dei marocchini ricchi di rendite, e rende appunto sofferente l’agricoltura (purtroppo tutto il mondo è paese!)
dei valligiani ricchi di debiti; passato attraverso le visite guidate a parecchie imponenti kasbah disseminate in una vastissima zona; passato attraverso favolose mangiate di pesce dell’Atlantico, cotto alla brace sotto gli spicchi di cielo delle viuzze di Essaouira; passato attraverso ciascun suk delle medine di quasi ogni località toccata, a incominciare da una Marrakech ricca di giardini tanto più lussureggianti quanto più inopinati; passato attraverso le umili, e problematiche, risorse agricole dei montanari rappresentate dalle assetate piantagioni novelle dei meli; passato attraverso l’aria affumicata degli altiforni per il vasellame in terracotta, il lezzo delle concerie, la penetrante fragranza della spremitura nelle cooperative di produzione dell’olio di Argan (e chi potrà mai scordarsi Latifa?); passato attraverso le antiche biblioteche delle scuole coraniche ricche della sapienza scientifica e filosofica di un coltissimo Islam dei secoli scorsi; passato attraverso una ‘Maison de la culture’ valorizzata da volontari di tutto il mondo impegnati per uno sviluppo sostenibile e solidale, e tuttavia quasi sperduta in prossimità del passo Tichka, tra le montagne innevate dell’Alto Atlas; passato attraverso tutti i rapporti interpersonali, nessuno escluso, con persone meravigliose dall’indimenticabile ospitalità; passato attraverso imprevedibili ed entusiasmanti camminate tra le dune del deserto con la scoperta improvvisa della fortissima ma irrealizzabile tentazione di aggregarti seduta stante a una carovana per Timbuctu; e sole accecante e orizzonte infinito e cielo colorato di purissimo azzurro, e anche cielo nerissimo e sconfinato e trapunto di innumeri stelle mille miliardi di anni luce al di sopra del sacco a pelo dentro il quale assapori estasiato la sonorità quasi metafisica del ritmare dei tamburi berberi... e poi, e poi, e poi...

Una settimana abbondante da favola inesauribile, ma favola non fine a se stessa. Un’accoglienza e un accompagnamento che se non lo si prova non lo si crede. A parte l’indiscussa competenza, più una famiglia di amici che una agenzia.
Grazie Roberto, grazie Monica. Neppure campando duecent’anni potrei dimenticare la naturalezza con la quale, telefonandovi da Roma per dirvi che i voli low cost per Marrakech non coincidevano sia con l’inizio che con la fine del programma, avete risposto: "no problem, se ti adatti per quei giorni ti possiamo ospitare noi". Sappiate però, ma già lo sapete bene, che ciò facendo siete divenuti responsabili di quella sorta di mal sottile che mi sta lentamente divampando dentro.
Regardez-vous! : perchè si tratta proprio di quella misteriosa fragranza di Maghreb, di quell’ineffabile richiamo dell’Africa grandemente esotico, e gravido di quella speciale, colorata, calda, magica sensualità che quasi a tradimento ti strega definitivamente con la sua sensazionale estasi ammaliatrice. E non puoi fare a meno di ritornarci.


Ultimo aggiornamento: 2011-12-30

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