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Il ghepardo Claudia


novembre 2005


Le Thomson's Falls, Nyahururu

Nyahururu si trova sull'equatore, ma a differenza di quello che ci si potrebbe aspettare non fa caldo per niente! Infatti il paese è a 2,400mt di altitudine, e soprattutto la sera e la mattina calze scarpe e maglione pesante sono obbligatori... Faccio colazione nel giardino di un lodge affacciato sulle Thomson's Falls; decisamente meglio la colazione che le cascate! Mentre aspetto l'uovo con bacon, una pagina della guida del Kenya attira la mia attenzione: si parla di un campeggio in posizione panoramica sulla cima di una collinetta, a poche ore di viaggio da Nyahururu: decido che sarà la mia prossima tappa. Mi intriga la presenza, in questo campeggio, di un ghepardo addomesticato di nome Claudia. Non penso a prenotare, è bassissima stagione, una sistemazione la troverò sicuramente.
Il matatu (minibus adibito al trasporto passeggeri) parte da Nyahururu come al solito stracolmo di persone; la signora di fianco a me, ma sarebbe meglio dire 'in braccio' a me, sta mangiando un untissimo chapati (una specie di crepes), sono proprio curiosa di sapere dove butterà il sacchetto quando avrà finito... detto fatto, appallottolato e lanciato dal finestrino del matatu in movimento! Ogni volta che assisto ad una scena del genere mi viene spontaneo reagire e segnalare come sia possibile anche conservare la propria spazzatura fino a che non si trova un cestino, ma 1) di cestini in effetti non è che se ne trovino così tanti 2) qui hanno ancora il problema di non morire di fame, come glielo spiego che se continuano a considerare la campagna un immondezzaio prima o poi si troveranno sommersi dalla spazzatura? E quindi, come tutte le altre volte, mi rimangio il pensiero e sto zitta.

La torretta di legno del campeggio

Da quello che ho letto sulla guida la strada dovrebbe essere buona (addirittura asfaltata) fino a Rumuruti, e da qui dovrebbero esserci circa ...km di sterrato, nella direzione di Maralal, nord del Kenya e terra di turkana e samburu. Anche se ho rinunciato a viaggiare fino alle sponde del lago Turkana, mio sogno da sempre ma quasi irrealizzabile se ci si muove con mezzi locali e con tempo limitato, l'idea di spingermi un pochino a nord mi esalta, e già a Rumuruti mi accorgo, dagli abiti della gente, che qui le tribù dominanti non sono i 'civilizzatissimi' kikuyu o luo o meru: i ragazzi vestono con le tuniche rosse (caratteristiche anche dei maasai), sono addobbati con ogni genere di monile fatto con perline colorate, portano tutti il caratteristico bastone di legno levigato (che nella tradizione serve per scacciare eventuali animali feroci che li attaccano quando sono in aperta campagna). Le donne invece, ovviamente molto schive come tutte le donne incontrate nelle zone rurali del Kenya, sono avvolte da molti strati di parei colorati, e viene spontaneo chiedersi come facciano a non sudare vista la temperatura (la strada da Nyahururu è tutta in discesa)!
Proseguendo oltre a Rumuruti, in effetti il cambio di condizione della strada si sente... il matatu è, incredibile a dirsi, ancora più pieno, e non solo di persone, anche di sacchi di non so che, di valigie, di qualche gallina... ogni scossone è una zuccata contro il soffitto! Per giunta, devo 'stare attenta' perchè, benchè abbia avvertito il controllore che devo scendere al campeggio, vorrei essere sicura che non se ne dimentichi! Ad un certo punto il matatu si ferma, tutti i passeggeri posti tra me e l'uscita si spostano e mi lasciano passare. Riesco ad estrarre il mio zainetto dall'ammasso di persone, mi guardo in giro, e non vedo assolutamente nulla! Allora, forse come risposta alla mia espressione dubbiosa, il controllore mi dice che per raggiungere il campeggio devo proseguire lungo un sentiero che parte dalla strada e si dirige (questo sembra un buon segno) su una collina.

Edward avvolto nella coperta maasai

Quando il matatu riparte mi accorgo che a parte quel sentierino ed una specie di bottega, chiusa, intorno a me ci sono solo acacie. Imbocco il sentiero chiedendomi se in quella zona si possano incontrare animali feroci... arrivo in cima alla collinetta, trovo effettivamente il campeggio, ma è tutto deserto! Beh, non c'è problema, aspetto, qualcuno arriverà. Noto che nel punto più alto della collina c'è una torretta di legno, accessibile attraverso passaggi mobili chiaramente dissuasivi nei confronti degli animali. Quindi, se c'è una torretta del genere, significa che ci sono davvero animali pericolosi nei dintorni! Bene!!! La torretta diventa il mio rifugio, e nelle tre ore che passo là sopra nell'attesa che si materializzi qualcuno penso che alla peggio posso anche dormirci, anche se l'idea non mi attira moltissimo visto che di notte farà sicuramente molto più freddo che in pieno pomeriggio. Penso anche che forse sarebbe più furbo andarsene, nel caso non arrivi nessuno entro breve, anche se non saprei dove andare, almeno nei dintorni, e soprattutto... passeranno altri matatu da ora al tramonto? Mah... All'improvviso compare una persona: una ragazza americana che è qui per fare uno stage di veterinaria, e che mi assicura che il campeggio è in funzione e che se non ho ancora incontrato nessuno è solo perchè è l'ora di pranzo!

Con Claudia

Infatti, poco dopo arriva Edward, un mezzo samburu mezzo turkana che lavora come tuttofare al campeggio; in questo periodo è anche il gestore del posto, dal momento che il proprietario (un mzungu, uomo bianco, di cui Edward non conosce la nazionalità... dopo 10 anni che lavora per lui...) è in vacanza.
Edward mi mostra tutte le possibili sistemazioni per la notte, ovviamente scelgo la più economica, che comunque è di lusso rispetto ai miei standard: mi affitta una tenda, compresa di materasso lenzuola e coperte. Parliamo un po' del referendum che si è svolto oggi, mi mostra il dito mignolo blu (quando voti ti immergono il dito nell'inchiostro, così non puoi ripresentarti e votare di nuovo nella stessa giornata). E' inevitabile, in questi giorni affrontare l'argomento del referendum è un metodo sicuro per comunicare con i locali, parlano tutti di quello! Poi Edward mi racconta delle possibili escursioni nei dintorni, della visita ad un villaggio samburu (per la 'modica' cifra di 5000KShs, ossia circa 70€), del safari in cammello.

Claudia, ghepardo grasso

Dalle sue parole intuisco che non è molto d'accordo con la politica di prezzi applicata dal proprietario del campeggio... e tantomeno è soddisfatto di quello che percepisce come stipendio... così colgo la palla al balzo, gli racconto della mia attività e nel giro di breve stabiliamo una bella intesa: ci siamo capiti! Quando arriverò con un gruppo di turisti, mi troverà una zona dove poter piantare le tende, mi farà conoscere qualche famiglia del posto e mi organizzerà una cena con loro, oltre che qualsiasi escursione nei dintorni. Ottimo!
Dopodichè, mi presenta a Claudia: ghepardo domestico, salvato insieme al fratello da morte certa (la madre è stata uccisa appena i due piccoli sono nati); il fratello non sopravviverà alle cure del proprietario del campeggio, ma Claudia sì, ha ormai 5 anni e... è l'unico esemplare di ghepardo 'grasso' che io abbia mai visto! Un po' mi rattrista pensare che questo bell'animale, così fiero, se ne gironzoli con un collare per il giardino del campeggio, d'altra parte non esisterebbe più se quei bianchi non si fossero presi cura di lei! Rimane il fatto che posare per una foto di fianco ad un ghepardo e farsi accarezzare il braccio dalla sua lingua ruvida mi impressiona molto!


Ultimo aggiornamento: 2009-08-29

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